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mercoledì 23 dicembre 2009

Al secondo e ultimo piano dello stabilimento c’è l’ufficio del presidente della Yamaha Italia, Hiromu Murata, giapponese - Quando una delegazione di lavoratori era entrata nell’ufficio per chiedere notizie sui licenziamenti, Murata aveva chiesto scusa e, raccontano, s’era messo a piangere

«Ci sono i pompieri, la scala è ghiacciata. Ci stanno aiutando loro. È finita, è finita, è finita». Sono le 12,45 di notte: Emanuele Colombo, uno dei quattro operai della Yamaha Italia salito sul tetto, non nasconde la sua felicità. Era cominciato tutto mercoledì 16 dicembre allo stabilimneto della Yamaha di Lesmo, in provincia di Milano, ed ora, salvo sorprese improvvise, arriverà la cassa integrazione.

Nella fabbrica si assemblano la famosa Ténéré: al secondo e ultimo piano dello stabilimento c’è l’ufficio del presidente della Yamaha Italia, Hiromu Murata, giapponese. Quando una delegazione di lavoratori era entrata nell’ufficio per chiedere notizie sui licenziamenti, Murata aveva chiesto scusa e, raccontano, s’era messo a piangere.

In cima allo stabilimento ci sono stati due tende e quattro sacchi a pelo. Nei sacchi, altrettanti operai: Paolo Mapelli (39 anni), Colombo (31), Martino Sanvito (27) e Jarno Colosio, sotto di loro c’era il campo base in cui c’era una roulotte, dei bidoni dove bruciava della legna e qualche politico locale venuto in gita.

La sede di Gerno, frazione di Lesmo, è a quaranta chilometri da Milano e quattro da Arcore. La Yamaha una settimana fa aveva annunciato la decisione di trasferire l’assemblaggio in Spagna, decretando il licenziamento di 66 operai.

Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani sull’accaduto ha commentato: «È una buona notizia che dimostra come il sindacato qualche risultato lo ottiene».

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/lesmo-operai-yamaha-scendono-tetto-184427/

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